La porta del diavolo (La passe au diable), di Frédéric Richaud - Ponte alle Grazie (Il Cerchio) - di Velabianca

Nel 1999 Ponte alle Grazie pubblicò la prima opera di Frédèric Richaud  " Il Signor Giardiniere",  un romanzo molto originale costruito intorno alla figura realmente esistita di La Quintinie, il giardiniere addetto da Luigi XIV alla cura degli orti di Versailles, che si lascia morire, quando si rende conto del contrasto tra lo sfarzo e lo sperpero per realizzare la reggia e la miseria in cui vivono i contadini e gli operai addetti alla costruzione. Un libro piacevole da leggere per la sua forma stilistica classica e nello stesso tempo moderna per l'uso di paragrafi brevi.

Ora è uscito questo nuovo romanzo "La Porta del diavolo" che affascinerà i lettori, coinvolgendoli in una storia che lo scrittore ha tratto da un avvenimento reale accaduto nella sua Provenza.  Gli fu raccontata dal padre quando era ancora bambino e ne trasse la sensazione che ne avrebbe creato un romanzo.
La storia è ambientata in un villaggio della Provenza, nel primo dopoguerra, dove la vita scorre al ritmo delle stagioni e delle vicende degli abitanti.

Marie " imbocca spesso il sentiero tortuoso che, da dietro la fattoria, arriva in vetta al colle. Si siede, sempre nello stesso posto, su un sasso piatto. Può starsene lì a lungo, a seguire il vento che porta foglie e nuvole verso la piana. Il suo sguardo scende sull'ampia distesa punteggiata di campanili, costeggia le strade simili a righe che collegano le case ai paesi, i paesi alle città, le città alle città.
Marie è andata una volta sola a Gap, con suo padre. Aveva sei anni. Da allora, serba il ricordo incantato di vie che somigliano a stradoni; di piazze grandi come il suo paese; di case alte come il suo campanile; di negozi dorati che traboccano di vestiti, di scarpe, di dolci; di carrozze che si muovevano da sole. Rammenta il viale orlato di platani, di ristoranti, di caffè. E gente, dappertutto, che camminava, rideva, beveva, urlava.
Si mette il dito davanti all'occhio, misura in falangi la distanza che la separa dal resto del mondo. E la pianura prende le dimensioni della sua mano.
D'improvviso, dietro lei, il vento porta cinque tocchi di campana. Lei aspetta ancora un po'. I cinque tocchi si ripetono. La pianura è immensa, la sua mano piccolissima. Torna a casa
."

Bastien." l'uomo che veniva dalla città, le sue mani, le spalle, il volto, gli occhi che splendevano, sicuramente a forza di aver avuto davanti tante meraviglie. Erano come due lucernari azzurri spalancati su piazze e case abitate da gente che, di porta in porta, si dava notizie del marito che lavorava, del figlio che era a scuola, e le loro voci si mescolavano alle grida dei vetrai o degli arrotini che facevano tintinnare il campanello, ai rumori delle carrozze che traversavano a tutta velocità con dentro donne ridenti e uomini in berretto a visiera. Ma Bastien era arrossito, aveva distolto lo sguardo e di colpa la magia era svanita."

Eccoli i due protagonisti di una disperata storia d'amore, passionale e travolgente, destinata alla tragedia, senza lieto fine.
I personaggi non riescono a vivere nel presente, ognuno ha qualche figura del passato che li tiene ancorati, che ritorna sempre in ogni momento, un mondo di morti che impedisce ai due giovani una vita normale.
Michel, il padre di Marie, è un uomo duro, aspro, perfetto prodotto della cultura e della società dell'epoca.

La natura che li circonda è la metafora del destino implacabile al quale si è ancorati.
Lo scrittore ha un solo interesse: per lui la scrittura è un mezzo per essere felice, ciò rende la sua prosa stilisticamente piacevole.
La Porta del Diavolo, in cui ha ambientato il romanzo, è il nome del passaggio nell'area abbandonata del paese, quella in cui neppure il prete entra, perché si dice che il diavolo si è impossessato di quelle rovine e che chi varca il portico maledetto o è pazzo o è maledetto a sua volta.

La porta ha anche un valore simbolico: è una porta aperta dentro di noi, una porta al di là della quale si trova un'incredibile forza distruttrice: basta poco, questa porta si apre e si scoprono cose terribili.