Articolo su "la Stampa" del 16 Maggio 2003 in occasione della FIERA DEL LIBRO 2003 

Il richiamo della lettura «liberata» 


di Bruno Ventavoli 


«SEI Vesna, vero?». 

«Sì». 

«Ecco questo è il libro di mio figlio», dice un signore consegnando, libro che non c’è ancora, libro bianco da riempire collettivamente di parole. 

Sono due bookcrosser appena incontratisi, complice «Fahrenheit», la trasmissione di RadioTre, condotta da Marino Sinibaldi. 

Intorno, gli altri compagni di lettura, con le mani piene di creature da «liberare». 

Colette, Auster, De Crescenzo. Libri stazzonati, consumati, carezzati, che verranno disseminati in città. 

Di solito il «bookcrossing» suggerisce luoghi romantici e selvaggi, panchine, cabine telefoniche, bar. 

Durante la Fiera, invece, i libri saranno depositati su un vecchio tram (offerto dalla Regione Piemonte), che gira Torino in caccia di lettori occasionali. 

Del Bookcrossing, un modo di scambiare libri lasciandoli in luoghi pubblici a disposizione di sconosciuti, s’è molto parlato da quando questo stile di leggere s’è diffuso dall’America. 

In Italia gli adepti sono circa 8mila. A Torino 257. 

Durante la giornata fanno lavori normali, insegnano, maneggiano computer, studiano, sfornano dolci, lavorano nella pubblica amministrazione. E leggono moltissimo (almeno un libro a settimana, se non di più). 

Si scambiano giudizi, appunti, frasi di carta. 

Si annusano tramite il Web (www.bookcrossing.com; www.fantasmaformaggino.it), talvolta si rivelano a quattr’occhi. 

E soprattutto fanno vivere il libro come ogni scrittore vorrebbe: lo fanno circolare. 

Ieri, quando si sono avviati dietro il «pifferaio» magico Sinibaldi per salire sul tram, il gruppo di bookcrosser si è man mano allargato. 

Fagocitando sconosciuti, passanti, curiosi. Come una gioiosa epidemia incoraggiante: nonostante le statistiche, nonostante il mondo reale remi contro, sono ancora molti quelli disposti a maneggiare libri. 

E trasformarli in una casa comune di avventure, sogni, amori.