mercoledi, 09 ottobre 2002
LETTERATURA LIBRI FIERE


Cresce il club dei «liberatori di libri»

Abbandonano romanzi e saggi per dare ad altri la possibilità di leggerli: il primatista è un sociologo di Corsico In soli due mesi la passione ha conquistato in Italia più di 2 mila persone, quattrocento delle quali in provincia di Milano: «Siamo al terzo posto dopo Stati Uniti e Canada»
Manola Olivia

CORSICO - Uno degli ultimi è stato «liberato» qualche giorno fa all' Ikea di Corsico. L' indizio è scarno, ma mette sulla buona strada: cercatelo tra i cuscini di un divano a rose stile country. Il titolo? «I love shopping» di Sophie Kinsella, e non poteva essere altrimenti nel tempio del fai da te dell' arredamento. Chi troverà il romanzo si imbatterà anche in una strana etichetta bianca e gialla con il disegno di un volume che cammina. Sotto, poche righe per spiegare la filosofia del bookcross ing: liberare i libri dagli scaffali di casa e abbandonarli nei luoghi di passaggio perché qualcun altro abbia il piacere di trovarli, leggerli e liberarli nuovamente. Non senza aver prima annotato su internet (www.bookcrossing.com) il giorno e il lu ogo del rilascio e un commento al testo. Nato negli Stati Uniti un anno e mezzo fa, dov' è ormai un fenomeno di costume che coinvolge trentaseimila persone, il movimento dei bookcrosser conta in Italia oltre duemila proseliti. L' idea, poetica e tecn ologica al tempo stesso, sta spopolando nel Milanese. Da Legnano a Cernusco sul Naviglio, da Milano a Turbigo, i «traghettatori di libri», così recita la traduzione ufficiosa dall' inglese, sono quasi quattrocento. Una comunità che da sola rappresent a circa il 20 per cento degli appassionati nazionali ed ha fatto da culla al bookcrosser più prolifico d' Italia. Con sessantotto «rilasci» messi a segno un po' ovunque, Marco Papa, 41 anni, sociologo e dirigente comunale di Corsico, è in cima alla l ista dei «liberatori» nostrani. Lettore onnivoro e sfrenato: «Mi incuriosiscono persino i libretti di istruzioni degli elettrodomestici e i foglietti illustrativi dei medicinali», spiega, Papa è entrato nel mondo del bookcrossing un mese e mezzo fa. «Ad agosto eravamo solo poche decine e oggi siamo la terza comunità del mondo dopo Stati Uniti e Canada - dice -. L' idea del libro che viaggia e passa di mano in mano è affascinante. Già da ragazzo praticavo il bookcrossing senza saperlo. Lasciavo i testi dove pensavo che qualcuno li avrebbe recuperati. Oggi, con la rete, è possibile seguirne il percorso e creare un gruppo di lettura senza confini geografici». Uomo-record in un movimento prevalentemente al femminile, il sociologo spiega così il suo primato: «Solitamente i traghettatori liberano solo i libri che hanno amato di più. Io diffondo anche quelli che non mi sono piaciuti per dar loro l' occasione di incontrare prima o poi il lettore giusto». Ha iniziato con «Stalingrado», un saggi o storico lasciato nella sala d' attesa accanto al proprio ufficio, segno di una certa difficoltà al distacco, e non si è più fermato. Il luogo più strano scelto per la liberazione? «Una chiesa evangelica in alta Engadina, in Svizzera - continua -. H o infilato «Eureka street» di Robert McLiam Wilson tra i messali degli ultimi banchi, sfuggendo allo sguardo insospettito di una suora. Mi sembrava il posto giusto per un romanzo che racconta l' amicizia tra un protestante e un cattolico. Ma non disd egno bancomat, studi medici, bar, tergicristalli delle auto, toilette di autogrill e stazioni di servizio. L' importante è non preoccuparsi troppo di quello che accadrà al libro. Potrebbe anche finire in trappola su qualche mensola casalinga ed esser e liberato dopo molto tempo. In fondo il bookcrossing è un' attività gratuita e volontaria». E nonostante gli indizi lasciati sul web, la vera sfida è trovare i volumi liberati (attualmente in provincia ce ne sono in giro più di duecento). «Ne ho sco vato uno solo in un bar di Milano - prosegue Papa -. E' un romanzo di un autore indiano e si intitola "Un elefante per Malgudi". Lo libererò appena avrò finito di leggerlo». Ma anche il numero uno dei bookcrosser italiani, che ha fatto suo lo slogan del movimento: «Se ami un libro lascialo libero» contro la possessività di bibliofili ormai fuori moda, ha dei limiti. «Non rilascerei mai un' opera offensiva o scritta decisamente male - ammette -. E poi sarà difficile che mi separi dai libri di Ita lo Calvino, il mio scrittore preferito. Certo, ripensandoci, potrei comprarne delle copie doppie e dimenticarle da qualche parte». Olivia Manola GLI ULTIMI TITOLI 7 OTTOBRE «Gabriella garofano e cannella» di Jorge Amado, liberato su un tavolino del b ar «Cattiva compagnia» di via Tortona, a Milano «I Racconti del Necronomicon - Volume Primo» di Howard Phillips Lovecraft, liberato a Milano su un sedile dell' autobus della linea 70 6 OTTOBRE «Sotto pressione» di David Baldacci, lasciato su un convo glio della metropolitana «La peste nera e la fine del Medioevo» di Klaus Bergdolt, liberato a Milano in via Val di Ledro, al capolinea dell' autobus 42 5 OTTOBRE «Le città invisibili» di Italo Calvino, liberato su un treno della linea Milano-Genova « N. P.» di Banana Yoshimoto, liberato al bancomat della Banca popolare di Milano di via Cavour, a Corsico «Metropolis» di Charyn Jerome, rilasciato al bar «Il Leon d' Oro» di via Vittorio Emanuele a Corsico «Cantare nel buio» di Maria Corti, lasciato al distributore di giornali gratuiti accanto alla cassa del parcheggio sotterraneo della fermata della M1 di Bisceglie «Timbuctù» di Paul Auster, liberato a Milano su una panchina dei giardini di Porta Venezia, vicino al Planetario «Lo splendore dell a vita» di Sveva Casati Modignani, liberato nel padiglione 9 (stand Ao-Bo) della Fiera di Milano Fondatore del movimento un informatico di Kansas City Incontri ogni secondo martedì del mese in cinquecento città del mondo MILANO - Ogni secondo martedì del mese, in oltre 500 città del mondo, si svolgono i «meet up», serate d' incontro tra i bookcrossers che appartengono alla stessa comunità. Ieri sera, all' Old fox pub di piazza Sant' Agostino, si è svolta la seconda riunione milanese. «Sono incon tri informali - spiega un "traghettatore" -. Si beve qualcosa, si chiacchiera e si condividono le gioie e i dolori del bookcrossing. Un appuntamento che serve per scambiarsi consigli su come "liberare" i libri nel modo più efficace. Ultimamente abbia mo pensato di lasciarli in posti più sicuri e personali come, ad esempio, i cestini delle biciclette o le cassette delle lettere». Perché, in fondo, anche abbandonare un libro non è così semplice. C' è chi racconta di essere stato inseguito da passan ti convinti che quella copia dell' ultimo romanzo di Daniel Pennac lasciata sul tavolino di un bar fosse stata dimenticata involontariamente. Chi, invece, in tempi di allarme terrorismo, ha qualche remora a lasciare i volumi in luoghi ripresi dalle t elecamere di videosorveglianza come autogrill, uffici pubblici e stazioni. E se le te