LEGGERE e SCRIVERE

Una pagina per parlare di libri.  Notizie, classifiche e commenti. 

Questa sezione nasce da un'idea e dalla preziosa collaborazione di Corso, "inviato speciale" che procura il materiale, ma i commenti sono aperti a tutti coloro che vogliono partecipare.

Un ringraziamento particolare a Velabianca e rosarossa che hanno assiduamente e generosamente contribuito.  

   

"...leggo gli usati perché le pagine molto sfogliate e unte dalle dita pesano di più negli occhi, perché ogni copia di libro può appartenere a molte vite e i libri dovrebbero stare incustoditi nei posti pubblici e spostarsi insieme ai passanti che se li portano dietro per un poco e dovrebbero morire come loro, consumati dai malanni, infetti, affogati giù da un ponte insieme ai suicidi, ficcati in una stufa d'inverno, strappati dai bambini per farne barchette, insomma ovunque dovrebbero morire tranne che di noia e di proprietà privata, condannati a vita in uno scaffale..."

Da "Tre cavalli" di Erri De Luca, segnalatami da Giuseppe.

 

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"Grida il mio nome" - di Aimee Bender  da Yucatan 

( Einaudi, titolo originale "The girl in  the Flammable Skirt", 1998)

Dal Sud al Nord America. Un nord America di frontiera, in verità, perché siamo a Los Angeles, e del "territorio ibrido" abbiamo tutto il sapore, ma contemporanemente la realtà è del tutto cittadina, mega-cittadina. 

Sono scomparse le tradizioni culturali, le persone sono imprevedibili e sradicate e, in questo ambiente esclusivamente antropico, può succedere di tutto. 

La compagna di banco può essere una sirena dai verdi capelli e dagli occhi violacei, ma questo non è tanto inconcepibile, quando si è un folletto intrufolato in un liceo statunitense; oppure si può essere un adolescente, umana, una ragazzina, ma si ha un dito infuocato o una mano che stilla chicchi di ghiaccio che guariscono ogni malattia ed allora la vita, tra gli altri umani, non è davvero tanto facile. 

Essi hanno bisogno del freddo per il corpo, ma del caldo per tutto il resto e non sono tanto pronti ad 
ammetterlo.

Però tutto questo che, apparentemente, è surreale, anche abominevole in alcuni racconti, estremo in tutti, non è altro che una mitologia urbana, la necessità di ricreare il fantastico e l'incredibile nel contemporaneo. 

Qualcosa si perde, qualcosa si trasforma, qualcosa si crea, come nelle migliori tradizioni! Questa sintesi, invece, non rende assolutamente il senso di reale, quotidiano dello stile essenziale, addirittura nervoso che caratterizza i racconti, apparsi isolatamente sulle riviste, in origine.

Lentamente, però, filtrato il materiale più fino delle piccole incisioni che compongono l'antologia, rimangono le pietre ed i massi di una psicologia che ci è del tutto conosciuta. 

La città con il suo isolamento, con la necessità inespressa di comunicare, con il senso di non appartenenza, con la brutalità e lo sconcertante in cui ci imbattiamo tante volte. 

Solo che tutto è lasciato affiorare, rotti i vincoli con la formalità. 


"Gli Scarafaggi non hanno Re" - di Daniel Evan Weiss  da Yucatan 

( Ed. economici Feltrinelli 2000, pp. 242 - Titolo originale "The roaches have no king", 1994)

Dopo aver letto questo libro non riuscirete a guardare gli angoli reconditi della vostra casa con l'indifferenza di sempre. 

Dietro agli scarafaggi c'è tutta una cultura, tutta un'evoluzione che noi ignoriamo!

Che cosa succede se l'homo sapiens minaccia una colonia di scarafaggi che condividono pacificamente l'habitat domestico con lui? Semplice, la colonia s'organizza e combatte per il proprio territorio, e la sopravvivenza dei propri membri, esattamente come farebbe un popolo minacciato d'estinzione!

Questo scritto riesce perfettamente ad.."umanizzare" (ma questo termine potrebbe rendere un torto enorme agli scarafaggi) questi piccoli, ma grandiosi ed ingegnosi esseri. 

Il Prologo è incantevole, dipinge perfettamente l'immagine di come sarebbe perfetto il mondo se l'amore fosse questione solo di ferormoni, di come persino le guerre certe volte potrebbero essere evitate, perché spreco solo d'energie. Ma tutto il libro è un continuo stupire l'umano che lo legge. 

Pennac, non a torto, l'ha definito formidabile! 

Interessante è la novitá dello stile e la credibilitá nonché l'assoluta naturalezza della prosa, nonostante l'argomento! 

Lo scrittore é di New York e l'ambiente in cui vive non è certo ininfluente, inoltre il protagonista umano è di religione e cultura ebraica statunitense e sono frequenti i suggerimenti veterotestamentari, oltre che le staffilate al cristianesimo, ma anche a personaggi ebrei del Novecento (vedi Freud). 

Il libro in alcuni passaggi risulta davvero divertente ed ingegnoso, così come, in alcuni passaggi, la crudezza delle descrizioni tocca accenti 
drammatici. 

Stupisce il modo in cui l'autore fa architettare per esempio il falso tradimento agli scarafaggi e stupisce come egli sia sottilmente ironico ponendo la nascita, la schiusa di molte uova negli scaffali della biblioteca, ove le blatte si possano "nutrire di cultura", di saggezza, ovvero di colla per rilegature. 

È imperdibile la spontaneità con cui, dagli odori degli uomini, gli scarafaggi riescano a trarre notizie utilissime per i loro piani di battaglia. 

Ma ancora più sconvolgente è come riesce l'autore a fare succedere un rapporto sessuale tra un'umana ed uno scarafaggio (scarafaggio insetto, e non scarafaggio uomo). 
Facendo parlare uno scarafaggio, si possono saltare tante falsitá, tante convenzioni e sensi comuni che mascherano e rallentano, più che 
semplificare la comunicazione! 

Il prologo comunque contiene delle vere e proprie perle di saggezza o di semplificatorio cinismo, a seconda delle situazioni e delle esperienze e, da riflettere con attenzione, è la teoria sull'estinzione dei dinosauri ad opera degli scarafaggi. 

«Al livello di pavimento, non esiste amore non corrisposto». 


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